lunedì, luglio 20, 2009

“Here’s Huston, can you hear me?”

In una notte di 40 anni fa, dopo 7 millenni di varia umanità, 5mila anni di sogni, di paure, di voglia di avvicinarsi interamente a Dio fino a volerlo affiancare e superare, ecco ripetersi un accadimento : mezza umanità tutta col naso all’ insù per essere testimone di un nuovo evento: la conquista della luna.

Mezza umanità col naso all’ insù. Ma non tutta, solo quella uscita da una guerra mondiale devastante che aveva distrutto tutto quanto costruito dagli uomini di buona volontà europei; e che aveva poi, prima di spegnersi, partorito due nuovi terrori universali:
· la bomba atomica – sconvolgente incontrollabile strumento di morte planetaria;
· la dittatura delle masse - violenza culturale globale senza fondo, senza speranza, senza Dio , senza futuro.

Eppure, il mondo occidentale aveva reagito al trauma della guerra mondiale con un tuffo totale nel futuro, nello sviluppo economico impetuoso, nella conquista economica e scientifica di quel che rimaneva del globo terrestre. Sembrava non ci potessero essere più limiti alla crescita della umanità. Economica e scientifica. La stessa televisione, quello scatolone magico che adesso stava proprio permettendo al mondo di assistere in diretta all’ avvenimento, era il simbolo stesso della nuova era di speranza e crescita, di nuovo migliore futuro: perché annullava le distanze, portava i sogni in ogni angolo del mondo, univa i continenti ed i paesi, rendeva tangibile, familiare il lontano, l’ ignoto.

Era cominciata una corsa impetuosa della crescita, della speranza, del sapere, del benessere, che sembrava non dovesse avere limite alcuno.
E la conquista della luna ne era il suggello tangibile, il primo certo passo , la prova evidente e rassicurante.

Ecco perché, consapevoli o incoscienti, spontanei o trascinati dall’ entusiasmo di vicini e degli amici, tutto il mondo occidentale era lì, davanti ad ogni pur piccola scatola tv disponibile, a guardare lo sbarco sulla luna. Per avere la certezza che sì, il sogno dell’ infinito progresso, del futuro senza limiti era vero.
Ma soprattutto, che era vero quanto scritto nella bibbia e nei vangeli: l’ uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio , è per ciò padrone dell’ universo.

Due avvenimenti simili, distinti 500 anni tra loro, - la scoperta della America di Colombo, e lo sbarco sulla Luna - , che costituiscono le due ultime vere pietre miliari del progresso del mondo occidentale; che hanno determinato una identica accelerazione del sapere, della conoscenza, del benessere, dell’ umanità. Quella occidentale, però!, fondata e ruotante intorno all’ ideale di un uomo figlio di Dio e quindi padrone del mondo tutto, e destinato – forse – a succedergli un giorno!

E poi, 40 anni dopo?

Che né dell’ entusiasmo, della voglia di fare e di crescere, della gioia di vita e di scoperta, di integrazione tra i popoli, che dagli anni ’60 in poi la nuova generazione, uscita da o scampata a la guerra ed ora artefice dello sbarco sulla luna, aveva?

Apollo 13 fu la prima consapevolezza del limite, la prima inversione di rotta, la prima facciata contro il muro incommensurabile dell’ universo e di Dio . Fino allo stop finale di Apollo 17.

Piano piano è subentrata la consapevolezza della realtà:
La Luna è solo polvere. Marte? non basta una vita intera del marinaio stellare neppure per il solo viaggio di andata! L’ universo? : più lo si conosce, più diventa grande, smisurato, senza fondo, senza limiti, pieno – consapevole ironia o lapsus freudiano ? – di buchi neri! 20-30 miliardi di miliardi di anni per raggiungere una delle tante milioni di galassie che ci circondano ogni notte !!

E poi, la scoperta che il nostro mondo, la grande, gigantesca Terra, è “finita”, nel senso di “limitata”, che noi uomini evoluti occidentali abbiamo volato e frugato in ogni suo dove ma dappertutto vi abbiamo trovato un confine geografico, un limite scientifico, un problema umanitario. Che, forse, ci stiamo trasformando lentamente in apprendisti stregoni.

Oggi stiamo realizzando che per almeno 2-3 generazioni ancora non riusciremo ad uscire da questo nostro pianeta, ma intanto ci staremo in così tanti ma tanti che la terra non sarà capace di contenerci tutti…..!

Ecco perché le nuove generazioni si sballano, si drogano, si ubriacano, hanno come motto il ”carpe diem”; che futuro hanno o vogliono costruirsi , se si sentono chiusi tra le rocce di questa nostra umanità occidentale?
Possibile che nessuno dei nostri occidentali potentissimi del mondo capisca questo? Che nessuno sappia far scoccare la scintilla di un nuovo entusiasmo, di un nuovo futuro da scoprire, da inventare, da conquistare? Per tutti gli uomini.

“Che fai tu luna in ciel?” si chiedeva il Poeta 100 anni fa.
“Che fai tu uomo lassù ?, che saltelli allegro come un bambino, pieno di sogni?” si chiedevano gli uomini davanti alla TV, una notte di 40 anni fa?
“Guarda la luna, non il dito che la indica!” dice da secoli il saggio cinese, ma nessuno lo ascolta.
“Che fai tu luna, oggi lassù?” ci chiediamo noi oggi “ perché non dici a questi piccoli uomini di sognare ancora, di svegliarsi ancora ridendo e di riprogettare il loro futuro, tutti insieme”?.

Chi saprà fondare una nuova Huston e progettare una nuova Cape Canaveral per tutta la umanità?

here’s Huston, can you hear me?”

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